JamTrends

Per tutti
By: admin

E’ poco tempo che siamo online eppure, nel nostro piccolo, abbiamo recensito e spulciato diversi siti web, di ogni tipo, dall’ecommerce al sito sperimentale…

Essendo tutti siti essenzialmente custom è facile notare che le strutture, i layout, le soluzioni grafiche e l’approccio all’interazione siano piuttosto uniche e diverse tra di loro: probabilmente è uno degli aspetti più interessanti, almeno dal punto di vista di un designer.

Detto questo, altrettanto interessante è stato individuare dei trend ovvero delle soluzioni di varia natura adottate da diversi siti e che, pur non creando degli standard di fatto, danno un’idea abbastanza chiara della direzione che sta prendendo la progettazione web del settore Jamstack.

Uno degli aspetti importanti da tenere in considerazione è che, nella norma, un sito creato con questo paradigma tende a rivelare con forza il fatto di essere “qualcosa di diverso”.
E’ facile vedere animazioni estreme anche nella griglia di impaginazione e nelle transizioni di pagina, elementi video utilizzati come background di intere sezioni e che rispondono a semplici input dell’utente come il semplice scrolling della pagina.

Senza dubbio c’è la tendenza a creare dei meravigliosi fuochi d’artificio che portino la pagina web da essere un monolite di richieste al server ad un oggetto vivo e dinamico che freme ad ogni feedback dell’utente e gli ricorda che, appunto, quello che ha davanti è pervaso di inconsueta vitalità.
Da un certo punto di vista questo approccio dadaista light, di rottura degli schemi, ricorda quello che era il web ai tempi di Flash(macromedia e poi adobe) quando essenzialmente si potevano oltrepassare i limiti dell’html operando all’interno del plugin embeddato nella pagina web. E in quell’area, ben delimitata, ma di dimensioni arbitrarie, potevamo fare qualunque cosa. Molto del web che c’era allora si poteva riassumere in un enorme embed del plugin macromedia, almeno quei siti che riempivano gli occhi di stupore e interesse.

Altrettanto vero il fatto che tale libertà creava il più delle volte dei mostri di design in cui personalismo e l’arbitrarietà facevano da padroni, in un periodo in cui gli standard di progettazione stavano cominciando a prendere piede e il “web usability” di Nielsen era di fatto uno dei pochi testi in circolazione sull’argomento.

Cosa cambia adesso?
Se delle analogie con quello che è successo nei primi anni 2000 ci sono, c’è però da dire che la sostanza è mutata pesantemente.

Gli standard di progettazione, dai dieci comandamenti di Nielsen in poi, hanno contribuito alla formazione dei designer di oggi e questo significa che tutti partiamo da una base comune, dei principi base da considerare. Il web è un affare “editoriale”: progetto e contenuti comandano su tutto, non c’è gif animata che risolva un progetto pensato male.

Il risultato è che anche nella peggiore delle ipotesi è raro vedere siti che stravolgano inconsapevolmente il dogma “menu principale nell’header”, o che non abbiano un footer.
Quindi più o meno tutti i siti hanno una struttura ben definita e, in linea generale, condivisa.

Per quanto riguarda il jamstack, c’è poi da dire che le tecnologie utilizzate richiedono un certo tipo di professionalità. Mentre con Flash un animatore poteva senza grandi problemi mettere online un sito destrutturato fatto unicamente con animazioni e pulsanti messi più o meno a caso, adesso chi si occupa del front end ha ben chiaro il funzionamento dell’oggetto chiamato “website”.

Detto questo, ecco alcuni di quei trend di cui parlavo:

Trend 1:  La “Sgriglia”
…una griglia c’è ma non è così rigida…
Gli allineamenti non sono più geometrici, l’importante è raggruppare ma non squadrare, l’orrore risiede nella mappa romanica di informazioni…lasciamola per i quotidiani, sul web andiamo oltre.

Trend 2: La “sgalleria”
La galleria c’è ma è forse più un carosello di gallerie oppure un masonry in continuo movimento, una pioggia di jpeg non allineati che devono essere pescati come al luna park.
Sicuramente una variante del trend 1

Trend 3: Piume al vento
Chi sta fermo, immobile, è probabilmente morto. Quasi tutto in natura si muove, risponde agli stimoli. Che il web faccia lo stesso, il più possibile.

Trend 4: Tele e pennelli
Gioco di parole per dire: utilizzo massiccio di elementi canvas. Filmati 3d (anche semplici blob multiformi) che seguono le interazioni dell’utente, sfondi animati che accompagnano i contenuti in tutto il sito. E’ carnevale? Forse. Forse il target ama il carnevale.

Trend 5: Transizioni.
Che vuol dire pagina? Perché il termine “pagina”? Roba da pressa tipografica… Nel web la metafora non funziona più… Ci sono cluster di informazione che vengono presentati in modo isolato, certo, ma che hanno sempre un contatto diretto con il tutto che li rappresenta. Non si volta pagina, si cambia molecola… si scivola da una informazione ad un’altra, senza soluzione di continuità…

Trend 6: Il Tutto
Che senso ha boxare? I wrapper a 1600px sono per quelli che non hanno contenuti di qualità. Il minimo è 1920px e non facciamo scherzi. Lo spazio va utilizzato tutto.


Trend 7: Tutto vero ma non per il “mobile”…è della nonna
Per gli smartphone i trend di cui sopra non hanno senso, a quelle risoluzioni quasi tutti alzano le mani.
Tutto si incolonna come ai vecchi tempi e fine dei giochi.
La maggior parte del traffico è su mobile? Ci dispiace per loro. Un sito ha bisogno di spazio. Vuoi far vedere quanto i tuoi prodotti sono belli e funzionali? Quanto è tecnologica la tua azienda, quanto è stato bello il tuo matrimonio? Bene, non lo puoi fare a 360px.

Direi che se per adesso è tutto, sicuramente è un to be continued…


“Dove stiamo andando non c’è bisogno di strade.” Cit.